lunedì 7 maggio 2012

Weimar 2012 - un secolo bruciato?

Margari sono influenzato dal mio storico pessimismo, meccanismo tramite il quale tendo a proteggermi dalle delusioni che sempre più spesso caratterizzano la vita della mia generazione, ma nel vedere i risultati delle elezioni in Francia e, soprattutto, in Grecia, mi viene sempre più naturale fare un parallelo tra quello che sta succedendo in Europa ora e quello che accadde negli anni trenta.

  • Populismo e scelte chiaramente sbagliate nel combattere una crisi economica
  • Politiche depressive non accettate dalla popolazione
  • Esplosione della spesa per sedare le proteste, finanziata credendo nel potere benefico di svalutazione ed inflazione
  • Superinflazione, erosione del potere d'acquisto e miseria generalizzata
  • Nazionalismo dilagante
  • Guerra
Chiaro che non siamo ancora al disastro, ma spero non si buttino via tutti questi anni di progresso. La soluzione e' una sola: un' Unione Europea Politica che possa accompagnare e bilanciare quella economica.

Abbandoniamo stupidi nazionalismi e divisioni storiche e uniamoci in quella che e' l'unica formazione che può sperare di donare un futuro prospero a questo vecchio e saturo continente

 

giovedì 3 novembre 2011

Tanto rumore per nulla

Due consigli dei ministri, un via vai con il Colle che sembrava ci avessero installato un nuovo kebabbaro, spifferi e pissi pissi a supporto di misure estreme.... e puff, la montagna ha partorito il topolino.

A quanto sembra ora, oltre la sacrosanta possibilta' di licenziare statali in esubero che non accettano il trasferimento nell'arco di 2 anni (stikazzi), e' ancora tutto solo fumo.

Quando capiranno i nostri pupazzi gnappo che siedono al governo che servono misure vere e concrete o si sprofonda nella merda?

mercoledì 2 novembre 2011

Marx aveva ragione?

Premetto - sono fermamente convinto che i comunisti mangino i bambini. Sono brutti e cattivi ancor piu' dell'uomo nero. Pero', sul blog di Cultural Studies Italia ho trovato il link ad un'interessante analisi pubblicata dalla Harvard Business Review. Parliamone, lo trovo un argomento abbastanza stimolante, soprattuto in questo periodo. Ecco l'intero articolo

Democrazia: deve avere dei limiti?

L'annuncio del referendum in Grecia e' davvero qualcosa che mi fa pensare: impeccabilmente giusta come scelta da un punto di vista teorico, folle e masochistica da un punto di vista pratico. Sembra che le reazioni di media e commentatori vari siano state in linea con la distinzione qui sopra: grida di gioia di sognatori duri e puri e urla straziate e sconcertate dal lato piu' pratico e concreto della barricata. La mia domanda e': dove si ferma la necessita' di un governo democraticamente eletto di assicurarsi sempre e comunque che le sue decisioni siano supportate dalla maggioranza della popolazione? Non puo' essere un diritto assoluto, altrimenti creeremmo democrazie referendarie e le scelte del legislatore scivolerebbero inesorabilmente verso il minimo comun denominatore di cio' che e' gradito alle masse oggi, rispetto a quello che assicura il bene comune in futuro. Dopotutto, i governi sono eletti sulla base di un programma che, per quanto dettagliato, non puo' specificare ogni futura scelta tecnica. Oltre quel limite, dove finisce l'"accountability"? Ogni sistema complesso ha valvole di sfogo per situazioni nelle quali decisioni importanti devono essere prese in emergenza - anche ammettendo la necessita' di un accordo popolare, la situazione attuale giustificherebbe decisioni prese uniliteralmente per la chiara urgenza. E mi spingo un passo oltre: a mio parere, anche se ci fosse tempo, queste non sono decisioni che possono essere demandate al popolo. In molte nazioni, i referenda tributari sono vietati. Perche? E' ovvio che il risultato sarebbe a favore di politiche piu' "espansive" - vuoi pagere piu' tasse amico? Col cazzo. Un governo deve essere pronto a prendere decisioni difficili e impopolari, sull'orlo del precipizio: se hai una gamba in cancrena, la tagli, non aspetti che il male si diffonda per morire intero ed orgoglioso dei tuoi bei quattro arti. Italia, mostra un minimo di dignita' in piu', e, per quanto delegittimato, non metterti di traverso se il governo mostra mezzo testicolo e propone riforme strutturali. Pensate ai vostri figli, non fondate ogni vostra decisione sul gretto egoismo.

martedì 1 novembre 2011

Crisi: il momento della scelta

Italia cara, oggi vediamo tutti quali sono le conseguenze di scelte folli come quelle dietro all'annuncio del premier greco: adesso ci prendiamo sei mesi e poi decidiamo se pagare o nostri debiti o dire a tutto il mondo che fin'ora abbiamo scherzato. Boom: il pazzo del villaggio s'e' rivelato per quello che e'. I politici greci lasciano le scelte economiche vitali per il loro Paese al populismo, ad una massa infiammata da retorica ingiustificabile e egoismo gretto volto a proteggere privilegi insostenibili. Ora, cosa pensa Mr. Investor? Qual e' quell'altra nazione con pupazzetti gnappi al governo, societa' basata su privilegio e rendite acquisite e evasione fiscale/egoismo cieco in Europa? L'Italia! Vedi mica che anche questo popolo di pizzaioli finira' per seguire l'esempio dei cuginetti greci? E il MIB cade del 7% E i BTP rasentano il 6.5% Signori miei, piu' di qualche giorno cosi', e l'Italia chiude bottega e si ricomincia dalla pastorizia. Che dite, val la pena azzardare e sperare in babbo natale stampasoldi, o conviene darsi una regolata?

lunedì 31 ottobre 2011

Italia: i giorni decisivi

Erano mesi che non scrivevo piu', un po' per pudore e tristezza nel vedere il mio amato Paese bistrattato credevo ingiustamente sui mercati internazionali e sulla stampa di tutto il mondo, un po' per una nascosta speranza che gli italiani riuscissero a far vedere al mondo che, come sempre, alla fin fine tirano fuori il coniglio dal cappello e stupiscono tutti, uscendo vincitori. Ma ora non ce la faccio piu'.... la mia amata Italia sta facendo di tutto per confermare i peggiori pregiudizi che hanno di noi i "barbari", soprattutto questi strani animali anglosassoni dei quali dovremmo essere cosi tanto meglio. Italia... spread sul Bund a piu' di 400 punti base, siamo ritornati ai livelli peggiori di agosto, prima che la BCE ci lanciassa un immeritato salvagente. L'euforia dell'annuncio-non annuncio dell'Eurogruppo di mercoledi scorso e' durato ben un giorno. La magia della letterina delle buone intenzioni preparata dal Governo sembrava funzionare: mettiamo insieme tutte le riforme che il mondo ci chiede ragionevolmente, e vediamo un po' se abbiamo ancora un po' di credibilita', avra' pensato il nostro istrionico premier, disperatamente aggrappato ad un potere che non dovrebbe essere piu' suo. E aveva funzionato. Ma, meno di 24 ore dopo la grande illusione, gli italiani hanno ricominciato a fare gli italiani. Ebbene si, cosa riusciamo a far meglio di litigare e urlare allo scandalo davanti a possibili riforme destinate a diminuire diritti acquisiti ormai anacronistici e insostenibili? Siamo la culla della cultura mediterranea con i fratelli greci, prendiamo esempio da loro e scioperiamo e combattiamo contro queste "ingiuste richieste". Urliamo allo scandalo, alla congiura plutomassonica dei banchieri del Bilderberg. Sfruttiamo la trita dialettica della lotta di classe, che da noi funziona sempre. Risultato? Il sortilegio si e' ovviamente spezzato, e Mr. Smith sul trading desk di ABC Pension Trust, che non vuole altro che un pretesto per crederci irredimibili guasconi buoni a nulla, rivede tutti i suoi amati pregiudizi sugli schermi di bloomberg e cnbc e vende tutto il vendibile. Italia, non sei troppo grande per fallire. Italia, non sei al di sopra delle semplici leggi economiche che chiedono di coprire le spese con dei ricavi Italia, non sei fallita, e hai i mezzi per salvarti. Ma solo tu puoi salvarti. Dimostra per una volta la capacita' di pensare al bene comune e accetta quelle riforme imprescindibili per sopravvivere e riprenderti il posto al sole che ti compete sullo scacchiere internazionale. O trasformati definitivamente nella florida d'Europa, un villaggio vacanze di seconda categoria per onesti lavoratori del nord al tempo della loro pensione (loro che ne avranno ancora una, guadagnata lavorando)

mercoledì 3 agosto 2011

The rat race

Corriamo imperterriti ogni giorno, per assicurarci quel benessere che crediamo imprescindibile per la felicita.
Corriamo imperterriti ogni giorno per conquistarci le briciole che questa società gerontocratica ci lascia, per conquistare una vita ed un indipendenza che era un diritto divino per i nostri padri.
E... Se e quando conquistiamo un minimo di benessere non ci riusciamo a fermare, continuano a correre... Serve un po' di più, per essere felici, solo un po' di più... e il circolo vizioso continua... Senza freno

Un lutto un famiglia mi ha riportato per qualche giorno a 'casa'. Casa mia? Casa dei miei genitori? Casa della memoria, di sicuro, anche se sono consapevole non possa essere casa del mio futuro...

Ha un senso continuare a correre, come topi da laboratorio che rispondono a stimoli incompresi? Fermarsi a vivere... E' possibile fermarsi a vivere in un mondo che da generazioni da più di quanto può e ora per noi e arido e sterile?

Angoscia... L'angoscia di non capire dove andare, l'angoscia di non voler continuare a correre una corsa senza traguardo... forse l'angoscia portata dall'aver capito che quell'agognata piazzola di sosta, purtroppo non esiste più